Il tema dei pazienti autori di reato in questi ultimi anni ha attivato un vivace dibattito scientifico, clinico, politico e culturale, e riflessioni per le ricadute organizzative nell’ambito dei Servizi. Come qualificare l’autore di reato con problematiche psichiatriche? Quali sono i confini tra antisocialità e malattia? La questione su quale sia il mandato effettivo di una REMS o di una Comunità terapeutica: certamente sanitario, ma in qualche modo anche detentivo-contenitivo rispetto alla pericolosità social e relativa ai soggetti che accoglie e cura.
La cultura clinica ed organizzativa attuale dei DSMD non sembra offrire strumenti e traiettorie cliniche rassicuranti, soprattutto in relazione al rischio di recidività degli utenti o di irrisolta pericolosità nonostante la già avvenuta effettuazione dei piani di trattamento terapeutici riabilitativi individualizzati. Tuttavia i DSMD non possono sottrarsi dalla gestione diretta delle misure di sicurezza alternative (licenza esperimento, arresti domiciliari, libertà vigilata al domicilio o in comunità, etc.).
Vi sono ad oggi pochi lavori in letteratura inerenti il follow up di pazienti dimessi dalle REMS o dalle Comunità, la loro composizione in termini di diagnosi, comorbilità, profili giuridici, criminologici e valutazione del rischio di recidiva.
La valutazione del rischio di commettere gesti di violenza rappresenta un fattore sempre più importante nei processi di sviluppo di per corsi individuali, sia legati ad una dimensione di ordine terapeutico, sia di ordine giudiziario.
La comunità scientifica ha ormai da tempo messo in radicale discussione quel pregiudizio ideologico che stabilisce una relazione causa-effetto tra infermità mentale ed una maggiore predisposizione al rischio di atti devianti e violenti (reati), evidenziando come sia necessario definire quali fattori di rischio, insiti nella soggettività prima ancora che nella patologia, siano collegati a tale rischio.
Dal paradigma violenza-malattia mentale, si è sempre più orientati verso la concezione della violenza come un fenomeno caratterizzato da dimensioni multi-categoriali ed influenzato da aspetti storici, clinici e contestuali, sostenendo che la presenza di fattori di rischio può aumentare la probabilità di commettere azioni violente e reati contro la persona.