— Alla scoperta di un’opera di Adele Bonolis

“Chi era Adele Bonolis? Che cosa significa “venerabile”? Quali altre opere ha generato? Sono ancora attive?”.

Tante le domande degli ospiti sulla figura della fondatrice della struttura ove stanno svolgendo il loro percorso di riabilitazione. Dunque, appena le limitazioni pandemiche lo hanno permesso, s’è costituito un piccolo gruppo che, accompagnato da due operatori, è partito alla volta di Montano Lucino, destinazione COF, Casa di Orientamento Femminile, opera fondata d Adele Bonolis nel  1957. In una splendida villa con parco, donata alla Serva di Dio dai conti Ratti, nel paesino del comasco la COF ospita oggi una Casa Rifugio per donne con figli minori vittime di maltrattamenti e violenze, una Casa Accoglienza destinata a donne con figli minori che hanno perso, per motivi economici, la loro abitazione e il CAS, Centro Accoglienza Straordinaria per donne con bambini richiedenti asilo umanitario e protezione internazionale. E’ inoltre attivo h 24 un servizio di pronto intervento per i casi urgenti, con possibilità di accogliere fino a cinque ospiti, inviate  dai Centri Antiviolenza, dalle Forze dell’Ordine e dai servizi sociali del Comune di residenza.

Dopo un iniziale momento di timidezza i pazienti di Fondazione Adele Bonolis hanno potuto apprezzare la bellezza del luogo e il caloroso benvenuto della presidente Ornella Gambarotto e della direttrice Emilia Mancinelli.

Il pranzo tutti insieme, pur nel rispetto delle distanze di sicurezza, è stato un bel momento di condivisione e di conoscenza approfondita della struttura. La giornata si è conclusa con una visita alla tomba di Adele Bonolis nel vicino cimitero: davanti al monumento che evoca la semplicità della Serva di Dio c’è stato uno spontaneo momento di raccoglimento, in cui ciascuno ha intessuto un dialogo personale con la grande fondatrice.